Dopo aver fatto il giro di ben tre ospedali, come volevasi dimostrare, il tutto è stato rimandato a data da destinarsi.
Mi è venuto un tale nervoso addosso, una tale voglia di piangere, di sfogarmi, di mandare tutti a quel paese, ma invece no, perchè farsi vedere piangere, no, non si fà.
Ingoio le mie lacrime, la mia rabbia, la mia frustrazione, ci metto ore, s’intende e poi pian piano rientro nei ranghi.
Una volta avevo le lacrime in tasca, come diceva mia madre, più per rabbia, che per veri e propi dispiaceri, ora invece meno, sarà perchè sono mezza sedata, sarà perchè con l’avanzare degli anni si impara ad avere un certo autocontrollo, o almeno ci si sforza di più, comunque sia ora difficilmente piango, ma oggi si, oggi ho pianto. Arrivata a casa ho chiamato mia cugina e giù a piangere, sentendomi in colpa nel farlo, ma anche un po’ liberata, ma poco sollevata.
Poco fà, apro il pc, e entro nel Blog La casa nella Prateria e ci trovo un post intitolato “L’elogio del pianto”.
Parla soprattutto del pianto dei bambini e come noi grandi lo affrontiamo, ma anche del pianto degli adulti, di come a volte può essere liberatorio, mi ha colpito soprattutto una frase:
– “Spesso gli adulti impediscono ai bambini di piangere per pura incomprensione del fenomeno che, inoltre, risveglia in loro uno stress che non hanno mai potuto evacuare e un bisogno di piangere che non è stato soddisfatto. Questa repressione del pianto si trasmette di generazione in generazione”.
Frase tratta dal libro edito in Italia da La Meridiana, “Lacrime e capricci. Cosa fare quando neonati e bambini piangono”.
– Il pianto permette di ridurre lo stress, abbassare al tensione arteriosa e rallentare il ritmo cardiaco. Se i nostri antenati correvano di fronte al pericolo, a noi uomini evoluti e sedentari non resta… che piangere.
Ecco, dopo aver letto questo post, mi sono sentita meglio, quindi vi consiglio di leggerlo, è molto interessante e magari vi aiuta a scalfire un po’ quel tabù con cui quasi tutti siamo cresciuti e sentirci meno in colpa se sfoghiamo lo stress e le frustrazioni col pianto.
Io invece piango…non spesso ma certe volte ne sento veramente l'esigenza! A furia di tenere tutto dentro poi finisco di sfogare la rabbia o la frustazione o la delusione con un pianto liberatorio…poi non cambia niente ma a me pare comunque di star meglio…bacio
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A me piace piangere, che detto così fa un po' paura, ma non è masochismo e' che piangere mi aiuta veramente nei momenti di stress, in quelli dove sono così stanca che ho bisogno di scaricare la tensione. Allora piango, e dopo mi sento meglio…..poi in questo periodo ho anche l'emotivita' a mille e.non ti dico!!!
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Anch'io ero così prima, ma ora non più, non riesco ad esternare e poi arrivo ad un limite che rasenta la follia, nn ti dico…
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Penso che il pianto liberatorio aiuta, ma certo non a risolvere il problema x cui si piange, peccato però!! 😉
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A volte basta un film un po' commuovente per sciogliersi. Prova, aiuta tanto.
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Però è un altro tipo di pianto, quello nn mi aiuta…
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Piangere è stato l'unico modo che ho avuto, a volte, per buttare fuori tutto il negativo che c'era dentro di me. Penso mi sia servito, e molto anche
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Meglio così dai, anche se nella vita dicono che ridere aiuta…ma è difficile farlo quando ti trovi in certe situazioni, vero Barbara??
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