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L’«Ecmo» gli ha salvato la vita

È cominciato tutto quest’inverno: il piccolo Andrea ha la febbre e accusa sintomi che sembrano quelli di una sindrome influenzale, anche se con il trascorrere delle ore respira sempre più con difficoltà. Ha poco più di 6 mesi il piccolo, e i genitori si allarmano da subito: la febbre non accenna a diminuire e le difficoltà respiratorie sono sempre più consistenti.

Andrea viene ricoverato al Policlinico di Milano (il piccolo e i suoi genitori abitano in territorio milanese): i medici fanno l’impossibile per debellare l’infezione che sta minando la funzionalità polmonare del piccolo, ma Andrea, seguito nella Terapia intensiva pediatrica «De Marchi», una delle più quotate d’Italia, peggiora di ora in ora. È determinante, in questo quadro clinico drammatico, la collaborazione tra il Policlinico di Milano e i medici degli Ospedali Riuniti.

«C’era solo una possibilità per mantenerlo in vita – continua Lorini -. Ed era quella di collegarlo all’Ecmo.
Un macchinario che funziona proprio come il cuore artificiale, ma è per i polmoni: in sostanza ossigena il sangue al posto degli organi che non sono più in grado di farlo, permettendo così ai medici di curarli, mentre l’organismo del paziente non va comunque in carenza di ossigeno. E già dalla comparsa della sindrome influenzale H1N1 il ministero della Salute aveva individuato gli Ospedali Riuniti come centro di riferimento nazionale per l’Ecmo pediatrico. Per questo il Policlinico si è rivolto ai Riuniti. La collaborazione in questo caso per Andrea è stata determinante».

Una volta arrivato agli Ospedali Riuniti, il piccolo è rimasto collegato per due settimane alla speciale apparecchiatura, ricoverato in Terapia intensiva pediatrica, mentre i medici «aggredivano» con terapie farmacologiche la gravissima infezione che aveva colpito i suoi polmoni; e per un altro mese il piccolo è rimasto in Terapia intensiva. Guadagnando fiato e ossigeno di giorno in giorno. Poi, i segni tangibili della guarigione. «Ora deve sottoporsi a controlli periodici – conclude Lorini -. Cosa ha messo ko i suoi polmoni? Una grave infezione, ma individuare quale ceppo virale è praticamente impossibile. L’importante è che Andrea sia qui. Respira, e cresce».

Andrea respira finalmente a pieni polmoni, da solo: respira e cresce, mette su peso. Il 18 maggio festeggerà il suo primo anno di vita.

Il suo caso è il primo del genere in Italia: non era mai successo che un neonato venisse trasportato già attaccato all’Ecmo

Fonte: Eco di Bergamo